La controversia sulla pillola dell'aborto

In Italia, la polemica sulla pillola Ru 486, uno dei medicinali utilizzati sotto la supervisione del medico ai fini dell'aborto nelle prime settimane di gravidanza, ha riacceso la lotta all'aborto. La lotta è stata innescata dagli annunci delle Amministrazioni regionali del Northern Union Party (KBP) che avrebbero vietato la pillola Ru 486, che ieri ha iniziato a essere distribuita in Italia, nelle loro regioni. Il sostegno è arrivato dal Vaticano all'iniziativa della KBP di vietare il farmaco.

Pier Luigi Bersani, il leader del principale Partito Democratico di opposizione, ha reagito al pensiero dei capi regionali del KBP del Piemonte e del Veneto Roberto Cota e Luca Zaia di vietare la droga legale, dicendo: "C'è chi pensa di essere imperatori. A Cota e Zaia, "Va ricordato che vincere le elezioni comunali non significa prendere l'iniziativa. Non sono l'imperatore, sono solo il capo della regione. Non dimenticare che Piemonte e Veneto sono in Italia e in Europa.

Liberazione, uno degli organi mediatici dei comunisti, nell'editoriale di oggi, accusa il KBP, che chiama il Nord Italia Poistan (Padania) con riferimento al fiume Po e richiama l'attenzione con la sua retorica separatista, di agire con le istruzioni vaticane in l'amministrazione del Paese, "Vogliono trasformare il luogo che chiamano Polonia in uno stato pontificio. Lasciamo che cedano ogni potere a Joseph Ratzinger (Papa Benedetto XVI). Le leggi che proteggono i diritti delle donne in Italia devono obbedire anche a chi governa Piemonte e Veneto.

In un discorso che ha tenuto ieri, Papa Benedetto XVI ha invitato i politici cristiani a compiere passi concreti in linea con le proprie convinzioni, sottintendendo che la medicina abortiva è anche sinonimo di aborto.

Il Papa tedesco ha detto: "I cristiani rispettano la legge. Uccidere bambini non nati non è legge, ma una totale ingiustizia. I cristiani devono opporsi a norme incompatibili con la giustizia".

La pillola Ru 486, che consente l'aborto spontaneo senza necessità di intervento chirurgico in caso di gravidanza indesiderata, può essere utilizzata nell'ambito della legge numero 194 in Italia, ma sotto la supervisione di un medico negli ospedali.

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